COMMEDIE TEATRALI & OPERE MUSICALI

il gioco del lotto
 

FABIO BERTARELLI

Nato e residente a Jesi.Laureato in Economia e Commercio; è stato professore di Ragioneria al “Cuppari” di Jesi.Si dedica da tempo alla Narrativa e al Teatro con lusinghiero successo. Molti suoi testi teatrali sono stati rappresentati da Compagnie Marchigiane e Nazionali; e diversi premi letterari ha riportato in campo nazionale.

il gioco del lotto


er gioco del lotto
Il gruppo si costituisce nell’estate del 1976 attorno a Alessandro Ciardelli, Emanuela Salani e Luciano Bacci, i quali decidono che avrebbero iniziato la loro attività teatrale mettendo in cantiere qualcosa di “nostrano”, scritto da loro stessi.Luciano Bacci, che in gioventù si era già cimentato nella scrittura alcune commedie, viene dunque incaricato di realizzare il primo lavoro, con l’accordo che ogni membro della compagnia si sarebbe documentato raccogliendo presso i più anziani storie, aneddoti, leggende e superstizioni che avevano alimentato la tradizione paesana sangiulianese. Nasce così “La scommessa”, la prima di una lunga serie di commedie.Dal 1989 al 1991 Luciano Bacci si dedica alla raccolta di materiali storici e linguistici per la redazione di novelle, con l’intento di presentarle in occasione di “piccoli intrattenimenti”. I testi, che abbracciano il settecento, l’ottocento e il novecento, vanno alle stampe nel 1991 col titolo “I racconti del fosso”.Tutte le opere scritte da Luciano Bacci sono in dialetto bagnatolo.
1980- “Er GIOCO del LOTTO”. Le entrate del barbiere Nerino sono scarse, così la moglie Niccola cerca di impinguarle con qualche saltuario servizio nelle case dei paesani più facoltosi. Anche le figlie, Edera e Olga, cercano di darsi da fare come scolare e sarte, ma la loro paga settimanale si conta in pochi centesimi. La laboriosa Niccola ha però il chiodo del GIOCO al LOTTO  e in ogni suo discorso è solita mettere in relazione qualsiasi fatto con i numeri della sua personalissima cabala. Dopo aver giocato varie terne, i due coniugi realizzano finalmente una vincita che tuttavia servirà solo a ripagare i debiti contratti per le precedenti giocate.

 MALEDITTU 23

Trama:

costretta a raddoppiare ad ogni giocata, così ad un certo punto sitrova in una situazione senza uscita per trovare i soldi e questo la rendeirascibile.Michè, cecilia e Lisa non comprendono lo strano comportamento di Filomena.Ma quando tutta la verità verrà a galla c’è sempre, come si dice, un Santo in Paradiso ad aiutare Filomena.

Regia Federica Patrignani

 li puntigli delle donne

li puntigli delle donne

Orchestra: Accademia Barocca I Filarmonicili puntigli delle done -CD

li puntigli delle donne

ATTO PRIMO

In una villa del conte Brontolone convivono il padrone di casa con Giannina, sua prossima moglie, ed il figlio Valerio con la sposa, contessa Rosimene. Al suo fianco il fratello, Dottor Mangiacarte,  tutto intento a cercare rime per un suo nuovo sonetto.Brontolone non pensa che a ricavare da ogni circostanza numeri da giocare al lotto per risollevare le sorti economiche della famiglia. Il fratello è invece maniaco della poesia.
Fa il suo ingresso Giannina, giovane “villana” promessa sposa in seconde nozze del Conte che, lamentandosi per la scarsa considerazione con la quale viene ricevuta, minaccia di annullare il contratto nuziale e di richiedere indietro i soldi della dote.
Accompagnata dal marito Valerio, figlio del Conte, e dal Cavalier del Ciufolo, un cicisbeo parassita e opportunista, entra in scena la contessina Rosimene: al suo incontro con Giannina scattano subito le prime scintille. Le due donne non si preoccupano di nascondere la loro reciproca antipatia e dichiarano apertamente di non essere disposte a sopportare ciascuna la presenza dell’altra sotto lo stesso tetto.
Invano Valerio cerca di calmare la moglie, mettendola di fronte al fatto che tutta la famiglia vive sulla dote di Giannina. Il Dottore si offre di comporre un’ode per placare la cognata, ma la situazione degenera ed il Conte monta su tutte le furie.
Calmatesi le acque, il Cavalier del Ciufolo si proclama difensore di Giannina e sfida a duello il Conte.
Quest’ultimo, che aspetta sempre con speranza l’imminente estrazione del lotto, prende tempo e convince il Cavaliere ad attendere lo svolgimento dell’accademia letteraria che settimanalmente il fratello organizza in casa, nella quale il Dottore pronuncerà un sermone in lode della pace.
Riunitasi tutta la famiglia, la situazione precipita: Giannina schiaffeggia Lisetta, cameriera personale di Rosimene e costei si indigna; ne sorge un parapiglia che invano il Conte, tradito dal lotto, ed il Dottore, che si ostina a voler recitare la sua orazione, tentano di sedare.

ATTO SECONDO

Il Conte ed il Dottore ricevono ciascuno una lettera dalle due dame determinate a cacciare fuori di casa la rivale. Non accordandosi sul da farsi finiscono per litigare fra loro. Intanto Giannina, offrendo uno scudo a Lisetta per farsi perdonare lo schiaffo, ottiene da lei informazioni sulla contessa: le due dame si rincontrano e continuano a sbeffeggiarsi ironicamente.
Il Cavaliere propone di risolvere tutti i problemi offrendosi come sposo di Giannina in luogo del Conte: al di lei sdegnoso rifiuto ritorna a sfidare il Conte. Ma sarà una sfida simulata, le pistole saranno cariche a salve; però Giannina avrà soddisfazione e tutto andrà a posto. Il Conte non sembra troppo convinto ed escogita con il figlio il modo di risolver la questione; egli con Giannina andrà in città mentre Valerio con la moglie rimarranno in villa. Rosimene che ha seguito il dialogo di nascosto esce allora allo scoperto e profondamente offesa minaccia vendetta. Giannina nel frattempo ha in animo a sua volta di farsi giustizia e per spaventare tutti si finge uno spettro inscenando di essere improvvisamente impazzita.
A farne le spese per tutti è alla fine la povera Lisetta, che nell’esasperazione generale viene accusata di aver messo, con le sue perfide rivelazioni, le due donne l’una contro l’altra. Il Conte invita dunque Rosimene e Giannina alla ragione e promettendo loro un anello riesce alfine ad ottenerne la riappacificazione.
 

gif creatorOstuni: va in scena “L’Enalotte

Ostuni Con il patrocinio del Comune di Ostuni l’associazione culturale “Ostuni in scena” presenta la commedia “L’Enalotte”, del regista Giovanni Peruzzi. I due atti in vernacolo ostunese scritti da Silvio Iurleo, importante autore nel panorama del teatro dialettale, andranno in scena al Cinema Teatro Roma di Ostuni.Come suggerisce il titolo rivelatore, la nuova commedia dell’associazione ostunese ruota intorno all’attualissimo tema del gioco del Lotto. La vincita milionaria, in grado di cambiare la vita ai fortunati giocatori di una famiglia medio-borghese, si trasforma invece in un susseguirsi di risultati inaspettati, equivoci e avventure tragicomiche. A pagarne le conseguenze sarà soprattutto il capofamiglia Ronze, interpretato da Antonio D’Ippolito, il quale farà di tutto per nascondere la vincita, per evitare le invidie di parenti e amici, sfociando spesso in comportamenti esagerati e paradossali che divertiranno il pubblico in sala.Gli spettatori saranno dilettati dai continui intrecci, malintesi e contraddizioni che terranno compagnia per tutta la durata dello spettacolo.

COMPAGNIA TEATRALE

Cincu fimmini e un tarì

 

L’arte dell’ “arrangiarsi” è stata sempre una peculiarità del popolo siciliano! Esso ha avuto nella storia ben

tredici dominatori, e pur trattandosi di dominazioni, il popolo siciliano non si è fatto sottomettere da alcune di esse, mentre ha acquisito da esse contributi culturali e linguistici, senza mai perdere i loro “quattro caratteri” distintivi di popolo, costituiti dalla intelligenza, dalla diffidenza, dall’umorismo e dell’arte dell’arrangiarsi.
   
Il Siciliano
“uno
ne pensa e cento ne fà” così il personaggio principale di questa commedia “u zu Tatanu Zarbu” ha saputo, in pieno, accentrarsi queste caratteristiche che lo contraddistinguono dagli altri suoi simili, esasperando conflitti tra apparenza e realtà, tra normalità e anormalità.
   
Egli è uno “sbrigafaccenne”,
facendo la spola tra il suo paesino, dell’entroterra siciliano, in cui vive e il capoluogo della sua regione Palermo. Riceve anche commissioni per le giocate del lotto. Il destino gli è fatale, dimentica di giocare un terno commissionato dal catanese Alfiu Santaita, che fortunatamente o sfortunatamente esce nella ruota di Palermo.
   
Alfiu persona rigorosamente aliena da compromessi, vuole a tutti i costi rimborsata la vincita a qualunque costo, altrimenti bisogna
pagare con la vita lo sgarboricevuto.
   
Il barone Paolo Trupia, titolo comprato a suon di quattrini, con la moglie Vicia Naca e i due figli gemelli biovulari, o come dice lo stesso barone, “di du ova”, Pepeddu e Caliddu, che ricorrono alla famiglia zarbu per stipulare un contratto di fidanzamento con due delle quattro figlie, Agnesina, Catarina, Rusinedda e Assuntina, ancora da maritare.
   
Quale delle quattro piazzare? Si va avanti con questi personaggi tra una serie di equivoci, che si rivelano davvero esilaranti, ed alla fine “u zu Tatanu Zarbu” collaborato dalla moglie Adelina Barone, servendosi della sua fantasia va alla ricerca del paradosso, risolvendo i problemi, che gli si presentano, coadiuvato dal destino ” ‘sta potenti machina ca movi la vita e ca nuddu è capaci di firmari, o di farici cangiari strata”.

Antonio De Signoribus

LU TERNE A LU LOTTE trama

 Premiata ditta F.lli Morellini Pompe Funebri

COMMEDIE TEATRALI & OPERE MUSICALIultima modifica: 2011-10-15T16:28:00+02:00da io-ei90numeri
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